domenica 29 luglio 2012

***ESCLUSIVO**** COMMENTO TRIANGOLARE DI ANCONA

dal nostro inviato Reggiuzzo Letis L
ANCONA - Sotto gli occhi di Simone Giacchetta e Gianni Remo (col sigaro in bocca), si vede già la mano di Davide Dionigi (in pantaloncini) che guida la Reggina al “Del Conero”. La squadra amaranto gioca finalmente con la difesa a tre dopo anni di difesa a cinque, e con tre attaccanti veri: insomma è un 3-4-3.
La fase offensiva è propositiva. La difesa è alta, c’è un buon pressing e avendo tre punte vere (nella prima partita Lussardi, Stuani e Ceravolo, nella seconda Sarno, Viola e Bombagi) una volta recuperata palla e lanciata in profondità la squadra trova il modo di distendersi e creare pericoli. Discorso diverso invece quando l’azione inizia dal portiere: la squadra cerca sempre di giocare la palla, ma avendo registi dai piedi quadrati l’azione spesso svanisce e vanifica tutti i movimenti. Resta il lancio lungo, dove Stuani garantisce presenza in avanti e può tornare utile in campionato, discorso diverso invece quando la punta centrale la fa Angelilli o Viola che non hanno il fisico per fare a sportellate con i difensori avversari. Angelilli però ha uno spunto eccellente palla a terra, e giocando largo può diventare interessante.
Bene gli esterni Melara e Rizzato che spingono di continuo, e anche Ceravolo e Lussardi. L’attaccante di Locri gioca in una posizione più avanzata, dove può essere determinante con la sua velocità. Così come Lussardi: lo dicevamo prima, sono tre attaccanti veri. In difesa male Emerson, che non ha il passo per giocare nemmeno da centrale mancino: è lento come Acerbi. L’unica scusante che ha è il campo rovinato dalla sua parte. Tiene botta Burzigotti, che ha sia il fisico sia l’intelligenza tattica specie sulle palle vaganti al limite dell’area. Su Ely aspettiamo di vederlo contro il Catania per giudicarlo.
In difesa mai si è a cinque, uno dei due esterni scala formando a limite una difesa a quattro, come fa Mazzarri a Napoli del resto. Perché, e lo ripeteremo all’infinito, un conto è la difesa a tre, un altro la difesa a quattro, altro ancora la difesa a cinque. In una difesa a tre, in fase di non possesso si scala a quattro. Dal lato opposto all’attacco si scala e si forma la difesa, con l’altro esterno che pressa. Se l’attacco invece avviene centralmente, allora Dionigi fa uscire il centrale difensivo, con i due esterni che scalano e formano sempre una difesa a quattro.
La partita con l’Ancona invece non fornisce spunti di rilievo, ritmo troppo blando per dare un giudizio. Rimane l’impronta data dal tecnico. Domenica prossima, al Granillo, contro il Catania ci saranno indicazioni maggiori contro una squadra tecnicamente più forte. Unica nota stonata della serata Fabio Lucioni, in tribuna con le stampelle.
In conclusione l'unico sito presente allo stadio "Del Conero" eravamo noi, quindi i commenti letti online sono basati al massimo su una radiocronaca, quindi non plausibili.

® Riproduzione vietata anche parziale. Consentita solo previa citazione della fonte. Tutti i diritti riservati