AUTOGESTIONE
di Gabriele D'Annunzio
La brutta gara di
Lanciano ha provocato un serie di reazioni, all’interno ed
all’esterno, di cui dobbiamo occuparci prima della presentazione
della gara contro la Juventus (detto così dà il senso
dell’avversario…) di Castellamare di Stabia. Le reazioni
dall’interno sono iniziate già la sera stessa a Lanciano, per poi
proseguire su giornali, radio e siti. Nella stessa serata
l’allenatore ha scaricato le responsabilità di quello che lui
stesso ha definito “anticalcio” alla squadra ed ha chiaramente
espresso la convinzione di non poter competere neanche per i
play-off; Il presidente in modo più generico e meno duro, ha
evidenziato la brutta prestazione rivolgendosi a “tutti”. Nei
giorni successivi la dose è stata rincarata dall’allenatore e ciò
ha comportato l’evoluzione in esterno che, a quel punto, ha
coinvolto stampa e tifosi. La stampa, in sostanza, ha evidenziato la
differenza di opinioni sul valore della squadra e sugli obiettivi da
raggiungere esistente tra l’allenatore p.t. e la società.
Siccome ci siamo
riferiti ai siti, vogliamo analizzare una frase del presidente
intervistato da Francesco Mortara su InAmaranto: Gli obbiettivi della
società quali sono allo stato attuale? Resta confermata la volontà
di promozione dichiarata alla vigilia del campionato? “L’obbiettivo
è quello che ho dichiarato dal primo momento, cioè che il mio
interesse è quello di vincere. Poi tutto sarà legato al campo, allo
svolgimento di 42 partite, adesso ne restano 40. Quindi sarà quello
l’unico obbiettivo che, almeno la società, c’ha”.
Soffermiamoci su quest’ultimo rigo: l’obiettivo di vincere, a
bocca del presidente, ce l’ha ALMENO LA SOCIETA’.
Chi sarebbero gli altri
che non vogliono vincere, i tifosi? La stampa? O i calciatori che non
hanno parlato in questa settimana? Evidentemente il riferimento è
rivolto a chi si è espresso in termini contrari, peraltro andando a
fare paragoni insussistenti con la scorsa stagione, dalla posizione
di chi in organico si trova finalmente un portiere bravo ed un
centrocampo di elevato livello, come non si vedeva da anni: fermo
restando Colucci, gli altri in mezzo erano Armellino ed Hetemaj, oggi
Strasser e Rigoni!
La Reggina dopo il
mercato, con Foglio e le nuove mezze punte, non vale al massimo il
tredicesimo posto, con i play off allargati ed in virtù di una
campagna acquisti mai vista negli ultimi dieci anni, ha il dovere di
aspirare a qualcosa di importante. Altro che salvezza come il
Lanciano! Per “vincere”, oltre che sconfiggere gli avversari,
serve l’equilibrio, prima che in campo nelle quattro mura dello
spogliatoio.
In passato la Reggina
ha avuto figure di allenatori bravi che sapevano accentrare in modo
intelligente le pressioni sulla loro figura (Mazzarri, De Canio,
Colomba senza andare troppo indietro ai tempi di Scala, ecc.), però
prima c’era la sostanza, il fatto che è la dimostrazione della
bravura, poi le parole anche con quel pizzico di autopromozione che
tutti i professionisti del settore si lasciano cadere addosso. Nella
ridda di nomi estivi, lo abbiamo scritto, alla fine il presidente ha
fatto un ragionamento semplice: volete lui, lo prendo e mi tolgo
questa responsabilità, a maggior ragione per il prezzo (un invito a
nozze) che lui stesso ha potuto stabilire. Errore grave e si è
visto.
Siamo già ad un
punto di svolta. Il gradimento verso il tecnico può essere più o
meno discutibile, il fanatismo di alcuni suoi sostenitori è
inaccettabile. Si parla di abili manovratori di quest’era
internettiana: non c’è un sondaggio che le veloci manine si
lascino sfuggire, non c’è tregua per il click diverso. Pochi ma
rumorosi, quasi insiders di social network, di forum. Il tutto per
cercare di portare la convinzione della gente vicina al loro pensiero
e sempre più lontana dal calcio. Datevi una calmata che siete
diventati ridicoli! Due anni fa eravamo veramente pochi (i 4/5 in
servizio permanente - cit. A. Pedullà) ad aver “sgamato” questo
clima particolare, funzionante a tratti, con eccellenti personaggi
esclusi perché antipatici (Mazzarri). Oggi c’è un pubblico
diverso, che ha metabolizzato anni di anticalcio e che in buona parte
ha valutato quelle esternazioni come salvaguardia della propria
immagine più che atto di generosità verso il tifoso.
Esisteva anche una
sottolinea di pensiero che sposava il suo dire per sostenere la
critica al presidente. Questi tifosi, che hanno utilizzato le
dichiarazioni del tecnico come strumento contro Foti, hanno già
potuto verificare il dietrofront: sul “Corriere Dello Sport” di
venerdì, quindi nella giornata di giovedì, aveva già cambiato
idea. Praticamente mentre fioccavano gli editoriali e si sviluppava
questa tesi, lui si smentiva! Inutile continuare a dilungarsi
sull’argomento, noi con le righe seguenti siamo alle conclusioni,
chi se ne è curato solo in settimana che continui pure, magari
correggendo opinioni ed eventuali sondaggi, causa retromarcia!
La Juve Stabia è una
squadra in costruzione, buon allenatore, organizzata, dopo una
discreta prestazione senza risultato con lo Spezia, si è rafforzata
l’ultimo giorno di mercato, ma è pur sempre un avversario alla
portata. Serve il collettivo e l’unità di intenti. Senza
allenatore, laddove non ci arriva l’organizzazione di gioco, la
quadratura del cerchio può avvenire dal campo. Esempi passati ce ne
sono, con un ridimensionamento della figura del mister, qualche
formazione ha vinto anche campionati. La voglia dei giocatori, col
supporto della società, può arrivare dappertutto ma serve capacità
anche in questo, cioè, sapersi defilare senza contraccolpi. Zoratti
è l’esempio tipico di chi è riuscito, senza che se ne accorgesse
nessuno, a rappresentare l’allenatore vincente con l’intelligenza
di chi lascia fare. Ci sono squadre che lo possono fare, quella era
adatta, questa lo deve dimostrare. Se così non fosse, altre
alternative non ce ne sarebbero, Atzori (così come Dionigi) è
giovane, forse si faranno entrambi come tecnici, la Reggina
eventualmente avrebbe bisogno di altro.
P.S.: “Colucci non ha
fatto bene né da trequartista e nemmeno in mezzo al campo”. “Guai
a chi tocca i miei ragazzi”. Due persone diverse? No, Gianluca
Atzori mercoledì e ieri in conferenza stampa.
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