La Reggina è impegnata a Novara nella quinta
giornata del ritorno contro la compagine allenata nuovamente da Aglietti e che precede
di due punti in classifica la formazione amaranto. Basterebbe questo per
spiegare l’importanza della gara ma, alle fredde considerazioni numeriche,
vanno aggiunti i risvolti psicologici legati al risultato. Il Novara si ritrova
nella condizione in cui si era la Reggina nel mese di dicembre: ritorno
dell’allenatore che aveva iniziato in modo deludente la stagione, aspettative
tradite, cambio di obiettivo stagionale. L’andamento del Novara non è cambiato
dopo l’avvento del quotato Calori, in sintesi non sono riusciti a proporre il
bel calcio della scorsa stagione. La Reggina, sotto questo aspetto, sembra più
avanti perché non soltanto è andata oltre il ritorno del primo allenatore, ma
ha cambiato i numeri del suo campionato: nel girone di ritorno è prima, con
otto punti mentre il Novara solo tre.
C’è molta attesa in entrambi gli ambienti
sportivi per questo match, la gente di Novara gradisce Aglietti e spera di
ritrovare la squadra di un tempo, a Reggio si aspettano conferme del nuovo
cammino intrapreso. Un risultato positivo significherebbe aver trovato la
continuità di risultati, tenere a breve distanza l’avversario stesso e guardare
con maggiore ottimismo le prossime tre gare in calendario: Varese in casa,
Carpi fuori e Crotone al Granillo. Lo schieramento proposto da Zanin col Trapani ha fornito risposte contrastanti: si è guadagnata potenza, ma si è
persa velocità. Sicuramente si è voluto lanciare un messaggio agli avversari (ed
anche a se stessi), con attaccanti di ruolo, come Gerardi, a discapito di quell’identità
abbottonata ma rapida nelle ripartenze manifestate in precedenza. La presenza di
una punta fisica, che da un momento all’altro poteva trovare la stoccata
decisiva, ha tolto alla squadra la rapidità di esecuzione della punta anomala,
che prende palla ed avvia il contropiede supportata da esterni veloci (Maicon,
Fischnaller, Dumitru).
Peraltro, sempre contro il Trapani, si è
fatta sentire in difesa l’assenza di Lucioni che rientra dalla squalifica. Nutriamo
il solito ottimismo per ciò che il campo sta raccontando: la Reggina patisce in
qualche modo la supremazia territoriale degli avversari ma ha incassato due
soli gol in quattro partite, per due blocchi su calci piazzati. Toccando
qualsiasi cosa, scriviamo che ad oggi non si è subìto un gol su azione. Inoltre,
nel momento in cui si è trovata a dover recuperare il risultato, ha dato
dimostrazione di saper cambiare atteggiamento, grazie alle giuste intuizioni
provenienti dalla panchina. Le partite finiscono al novantesimo più recupero e
la prima cosa che deve rimanere in testa, dopo l’ultima gara, è la squadra
avversaria messa alle corde prima e dopo il pari. Aspetti elementari colti dal
pubblico che, alla luce di questa positività, aumenta sensibilmente dopo ogni
partita.
Prima di chiudere qualche pillola di
angoscia, per aumentare l’adrenalina della gara che si disputerà su quel campo
sintetico: rivedremo Rigoni, chiamato a dirigere la gara ci sarà un arbitro – Gavillucci
– col quale non abbiamo mai vinto ed infine Aglietti ha dichiarato che «Il pareggio è fuori discussione,
dobbiamo vincere. E' l'unico risultato accettabile».
Insomma, ci
attende un partita di quelle toste, lo sapevamo, ma siamo lì, a soli due punti…
Giochiamocela!
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