Nessun cambiamento rispetto al passato, 4-5-1 con vertice basso.
Oggi saremo brutali con i ragazzi, perché evidentemente ne hanno bisogno. Palla
a sinistra del Modena, Di Lorenzo si trova in imbarazzo dal tocco a seguire dell’avversario
che risulta in vantaggio sulla palla, però non è una situazione di pericolo
perchè la squadra è schierata e la palla viaggia verso l’esterno. Ma chi crea
il pericolo da un’azione non pericolosa? Il portiere Pigliacelli che, come vedete, parte in
modo sconsiderato verso fuori.
Dove vai?
A questo punto “capisce” che non doveva andare e si ferma cadendo pure.
Ecco come ci presentiamo al tiro, squadra a posto ma “portiere volante”. Non
abbiamo bisogno di strafare, in particolare adesso. Deve fare il suo e, se possibile,
aiutare i compagni nei piazzati.
Dall'Oglio è un altro ragazzo da riprendere. Altra azione non pericolosa che si conclude con un
uomo libero al tiro dal limite. Cerchiato in bianco Dall’Oglio.
Pambou, cerchiato in verde chiude intelligentemente la linea di passaggio
all’uomo con la X, cioè Bianchi. Adesso seguiamo gli uomini cerchiati Burrai (rosso) e Dall’Oglio
(bianco).
Come si vede la difesa è salita bene, in sostanza ci arriva pure lui in
posizione ma…
…entra in scivolata bevendo un finta.
Mai andare a terra, questi interventi non
esistono tra i professionisti. Temporeggiare, accorciare, chiudere ma mai
andare a terra: ha creato un tiro dal limite per una scelta assurda!
Detto che fino a questo momento della partita, i pericoli più che il Modena li
abbiamo creati noi, facciamoci un pochino gli occhi con il gesto più bello
della partita. Dumitru dribbla a
rientrare a sinistra, converge e, nonostante la copertura di due difensori (il
movimento di Di Michele a tagliare è stato assorbito bene dai difensori),
calcia.
All’incrocio!
Bravissimo.
Palla dove nessuno può arrivare.
Questo è il primo gol del Modena. Premesso che dobbiamo smetterla di regalare
corner e falli, non necessari, parte un
cross e Dall’Oglio stacca poco e male col suo avversario che naturalmente devia
la palla. La palla cade al limite, qui torniamo al portiere. Dare sicurezza,
fare qualcosa in più, uscire invece di stare sempre sulla linea, aiuta la
squadra. Sui cross tesi è difficile, anche al limite dell’area piccola, ma
appena si vede una parabola più ampia bisogna togliere le castagne dal fuoco. Ai
due errori aggiungiamo Di Lorenzo che si fa sfilare Granoche e la frittata è fatta.
Altro giro altro gettone. Indicati con la freccia rossa, Di Lorenzo e Granoche.
Il nostro difensore si fa spingere ed allontanare prima che arrivi il cross.
L’arbitro non vede come sempre.
La marcatura a uomo è così: si può creare una zona isolata per il movimento dei
compagni che vanno sul primo palo; se l’avversario ti prende spazio allora il
problema diventa serio.
Di Lorenzo rimane dietro e non riesce ad andare sul pallone, l’attaccante ha lo
spazio per piazzarla.
Il gol del pari è regolarissimo: l’uomo sulla linea di fondo, Molina, tiene in gioco
Barillà ed è bravo Gerardi a rimetterla dentro.
Alzano tutti le mani per un fuorigioco inesistente, l’unico che indica qualcosa
di diverso è proprio Molina, cioè quello che teneva in gioco tutti: fa il gesto di un
ipotetico controllo con il braccio (che non c’è).
L’immagine finale è la sintesi di tutto. Serve questa faccia per novanta
minuti, altrimenti è finita. La squadra ha reagito di nervi dopo la negazione
del rigore e dell’espulsione che ne sarebbe conseguita. Altro danno alla
squadra ma la stessa deve avere sempre quel fuoco dentro. Si prende gol solo in
un modo, bisogna lavorarci ancora di più. Se i gol arrivano in un solo modo
significa che il resto sul campo funziona. Allora non bisogna sprecare né i
gol, che prima o poi facciamo, né tutta la parte tattica che mostra una squadra
ben messa.
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