71° DERBY DELLO STRETTO
IL RITUALE
APOTROPAICO
Prima di parlare di calcio, iniziamo dalla situazione biglietti
settore ospiti del derby. Il problematico mondo del calcio è da tempo caduto in
basso sia tecnicamente che moralmente, la storia è nota ma invece di prendere
strade diverse e razionali, negli ultimi periodi, in virtù di decisioni
cervellotiche, si sta raggiungendo l’incredibile obiettivo di far allontanare
definitivamente gli spettatori dagli spalti. L’ultima è paradossale perché i
sostenitori reggini che non si sono visti recapitare la tessera del tifoso, in
mancanza di un documento sostitutivo (poi timbrato dalla questura) che la
società non è riuscita ad emettere per i soliti problemi organizzativi ed
economici, hanno dovuto sottoscrivere la tessera emessa da un’altra società con
sottoscrizione on line. Già la tessera non è vista di buon occhio, paradossale
essere costretti a farla con altra società per seguire la propria squadra (e se
fosse stata disponibile solo quella del Messina?). Inoltre i tifosi reggini
sprovvisti di tessera hanno potuto acquistare biglietti di altri settori del “San
Filippo” cioè la tribuna e la curva di casa. Se per chi gestisce il mondo del
calcio queste situazioni sono normali allora ci arrendiamo, come dire fate voi.
Abbiamo interpellato il Ministero dell’Interno sulla questione ma preferiscono
tacere.
All’andata la data e l’ora della gara vennero fuori con
decisione della Lega, si giocò di sera alle 20.30 di venerdì, peraltro con
ingresso nel settore più caldo da un solo varco. Questa volta la gara di
domenica è stata anticipata alle 14.00 per motivi di ordine pubblico rispetto
all’orario prestabilito delle 16.00. In
realtà il derby dello Stretto è uno dei pochi che lascia spazio al sano
campanilismo da anni e andrebbe valorizzato poiché confronto unico in Italia tra
due squadre rappresentanti due città divise da qualche chilometro di mare e perché,
nonostante la categoria, attira ancora spettatori, sia in campo che fuori, come
testimoniano i dati della partita d’andata, con diecimila spettatori ed oltre
centomila telespettatori su Lega Pro Channel.
Siamo arrivati al dunque, senza tanti giri di parole questa è la
gara più importante del campionato, oltre che per il suo valore intrinseco,
perché potrebbe condizionare in positivo o (toccando palle) in negativo un
intero girone. Sappiamo benissimo noi per primi cosa ha significato la
sconfitta dell’andata: il patatrac di una squadra, cioè, la nostra. Un derby gestito male e tirato troppo alla
lunga senza sbilanciarsi mai contro chi non aveva la forza per impostare una
trama. Passi per il primo tempo dove c’era stata l’occasionissima di Insigne ma
nella ripresa si doveva schiacciare il modesto avversario dentro i propri
ultimi 25 metri e non si è fatto, facendosi prendere in giro da mestieranti
perditempo con tensione e persino paura. Il momento più buio della precedente
gestione ha un avvenimento ben preciso in quella gara: esce in notevole ritardo
un Dall’Oglio stanco che stava giocando male ormai sulla fascia sinistra da
attaccante, visto l’atteggiamento avversario, dentro Maita schierato per la
prima volta. L’ingresso di Louzada per Dall’Oglio invece avrebbe permesso di
sfruttare meglio quella fascia ed il Messina non avrebbe oltrepassato più
neanche la linea di metà campo, con un 4-2-4 che ci stava tutto.
Dopo questa immensa cavolata di Cozza, decisiva per il resto
della gara, ne seguono altre: Louzada viene schierato un minuto dopo al posto
di Di Michele, lasciando la squadra con lo stesso modulo, fino a quando, pochi
minuti dopo, Aquino (andato via) e Crescenzi (in lista di partenza) regalano
l’occasione per il gol partita. Il match si è deciso per un cambio tardivo e
sbagliato. Quel derby è stato raccontato male, è stato descritto come se
avessimo giocato benissimo con risultato casuale. Naturalmente abbiamo
predicato nel deserto scrivendo che purtroppo era saltato un progetto, siamo dovuti
arrivare alle porte della Serie D per vedere un totale cambiamento tecnico. Bisogna sempre capire il passato per interpretare
al meglio il presente e la realtà adesso è chiara a tutti: con quella partita
gestita male ci siamo compromessi mezzo campionato.
Oggi sappiamo tutti che con il derby di ritorno ci giochiamo
l’altro mezzo. Era per questo che sarebbero serviti da subito i nuovi arrivi,
la responsabilità sono chiare ed hanno solo un nome! Con questo non vogliamo
togliere responsabilità al nuovo tecnico Alberti in vista del derby ma i suoi
bisogni non sono stati ancora soddisfatti. Se per mezzo campionato si è detto
di squadra “giovane”, con Rizzo in mezzo al campo, adesso ci affidiamo in quel
ruolo fondamentale al diciassettenne Mazzone!
Non ci dilunghiamo sulle probabili formazioni che potrete
leggere dappertutto, a tal proposito diciamo soltanto che fino all’ultimo sono
possibili le sorprese tecniche e tattiche data la posta in gioco. La loro
squadra vive di “zingarate” offensive all’interno del solito atteggiamento
difensivistico, non sono cambiati né potevano farlo, sono sempre gli stessi con
un pizzico di convinzione in più vista la migliore situazione in classifica. Stavolta però non approcceremo la partita da
“superiori” quindi meno responsabilità di palleggio e possibilità di farli
esporre sicuramente di più rispetto all’andata. Ne abbiamo viste di partite e
ci viene in mente quel primo derby in A quando nel primo tempo (finito solo 0-1
per colpa di Racalbuto) si è assistito ad un torello di 45 minuti della squadra
di Mazzarri; poi grazie anche a Pavarini anche quella partita finì malissimo,
come il ritorno.
Non vogliamo avvilire il lettore ricordando solo
momenti bui, avrete iniziato a conoscerci bene e capirete il rituale apotropaico
che ci accompagna prima di determinate partite. Con estrema umiltà e
consapevolezza dei nostri mezzi limitati, in buona sostanza, sintetizzando il
tutto, possiamo tranquillamente affermare che stavolta, rispetto all’andata, sono
nettamente favoriti loro…
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