I MODI DI VIVERE
Nella
gara con i pugliesi ci appelliamo alla Befana: ci porti carbone da anni,
abbiamo voglia di tornare bambini e tirare fuori dalla calza un regalo
Bruno
Cirillo, Lillo Foti ed Emanuele Belardi
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Prima gara del 2015 per la nostra Reggina, l’avversario di turno
è il Martina Franca, squadra anch’essa in difficoltà di organico ma il cui
punteggio in classifica dice 20 punti, buoni rispetto alle attese. I punti in
casa amaranto invece sono soltanto 6, qualcuno dovrebbe essere restituito dalla
giustizia sportiva in questo mese denso di altri appuntamenti importanti. È il
mese decisivo per il futuro della Reggina, non tanto per le sottoscrizioni
dell’azionariato popolare o le fantomatiche cordate, quanto per gli impegni
relativi al calciomercato ed alcune gare fondamentali, come il derby di ritorno
al San Filippo. La squadra è in ristrutturazione,
tra i convocati per la gara contro il Martina c’è anche Insigne che veniva dato
per partente. Il giocatore è bravo tecnicamente ma serve qualcosa in più sotto
l’aspetto caratteriale, sta a lui dimostrare di essere da Reggina. Nulla è
dovuto, lo abbiamo ringraziato per il derby contro il Cosenza, la stima e
l’affetto vanno conquistati coi fatti, giorno dopo giorno, gara dopo gara.
Ci sono moltissimi argomenti caldi sui quali soffermarsi,
partiamo dal presidente, cioè, dal principale artefice dello scempio dell’anno
2014, per non tornare a parlare dei precedenti. Dobbiamo evidenziare una frase di
Foti in sede di presentazione dei nuovi ritorni di Belardi e Cirillo: «Capisco le difficoltà di qualcuno a
intendere e a volere, perché non tutti viviamo la vita alla stessa maniera,
però sono gli esempi di persone come Bruno Cirillo e come Emanuele Belardi che
ti danno la possibilità di poterci credere e di sorridere. Qualcuno di voi non
sorride, ma io grazie a Dio sorrido e spero che il mio sorriso possa contagiare
e dare forza anche a voi, ve lo auguro con tutto il cuore. Sono felice, la
Reggina è felice: oggi è una giornata importante».
Ci soffermiamo su un passaggio riguardante alcuni giornalisti
incapaci di intendere e di volere, forse gli stessi che lo applaudivano qualche
giorno fa durante la conferenza stampa congiunta con le istituzioni, forse gli
stessi che non perdevano occasione per parlare male alle spalle di questo blog
reo di essere offensivo nei loro confronti. Al vostro posto invece di subire
supinamente avremmo “scapolato” un pc mirando i baffi fossimo stati insultati
così. Nel frattempo un vecchio proverbio ci viene in soccorso: chi tace,
acconsente.
Andando oltre possiamo dire che, per fortuna, presidente noi da
queste parti viviamo in maniera diversa, per esempio durante i compleanni
lavoriamo, lei ci risulta si rechi alle Maldive nel giorno conclusivo del
calcio-mercato.
Viviamo in maniera diversa perché anche noi soffriamo la morsa
della crisi ma cerchiamo di rispettare gli impegni senza lamentarci o chiedere
alla collettività in conferenza stampa. Inoltre, quando le cose vanno bene, a
noi piace condividere le gioie con gli altri tifosi, a volte persino
sconosciuti, lei le ha sempre condivise con la sua famiglia.
Viviamo in maniera diversa perché se dobbiamo scontrarci lo
facciamo, ma da pari a pari, non ci mettiamo coi ragazzini per difendere un
parente da una posizione di dominio.
Viviamo in modo diverso perché non ci piace fare i fighi con
termini di cui non comprendiamo il significato; siamo sempre gli stessi, magari
avremo qualche capello in meno e qualche altro bianco (come lei), ma non siamo
i tipi che davanti alle responsabilità rinfacciano il passato vincente.
Viviamo in maniera diversa perché non diciamo un “quasi” nel
mezzo di una frase del genere: «Sono
sereno per quello che riguarda il mio operato a cui riconosco sinceramente
parecchi errori, ma ho la coscienza fino a questo momento di aver fatto quasi sempre
l’interesse della società che rappresento». Non incolliamo la sentenza del
Tnas perché ci dà noia rileggere certe cose ma le possiamo garantire che quel quasi
è ampiamente beffardo nei confronti del tifoso che paga.
Viviamo in modo diverso perché se a novembre diciamo una cosa,
difficilmente a dicembre ne facciamo un’altra: «Questa è una squadra buona, che ha commesso degli errori. Questa
squadra si salva. Non farò scappare nessuno. L’ho detto al mio amico Armellino
stasera negli spogliatoi. I ragazzi devono stare qui a soffrire come soffro io.
A gennaio non si muove nessuno. Credo che questa squadra abbia bisogno di 3-4
ritocchi, per supportarla, sostenerla ed uscire fuori da questa situazione.
Quindi la volontà da parte mia, o se ci sarà qualche altro non è un problema,
c’è. Fermo restando che nessuno va via, e questo ve lo assicuro, è un dato
certo». Anche qui non incolliamo notizie ma come tutti saprete è stato un
fuggi fuggi generale.
L’apoteosi però è stata la notizia, partita da lui stesso, della
cordata australiana, successivamente smentita con critica annessa nei confronti
di chi l’aveva raccontata! Sorridiamo spesso anche noi presidente, però a volte
ci aiuta proprio lei a farlo.
Ogni tanto qualcosa però la dice ed anche interessante. E’ vero
che il capitale sociale è liberamente sottoscrivibile da chiunque ne abbia
intenzione: mettendone sul mercato la metà, attraverso l’aumento precedentemente
deliberato, matematicamente c’è l’ipotesi che qualcuno sottoscriva quasi per
intero (al netto delle azioni comprate dai tifosi) quelle quote ed abbia la
maggioranza, considerato che non è di sua proprietà tutto il capitale
sociale. In pratica con poco più di un milione di euro si avrebbe una maggioranza,
questo è stato esposto chiaramente durante una delle ultime interviste e non
c’è nulla da dire. Siccome evidentemente gli interessati, se esistono, hanno
altre intenzioni, ecco spiegata la nostra perplessità sui nuovi eventuali
acquirenti.
In squadra sono arrivati Belardi e Cirillo, sono due innesti che
in questa Lega Pro (simile più ad una C2 che alla vecchia C1) possono dire la
loro. C’è da rilevare però che se una compagine come la nostra deve ricorrere a
tali cavalli di ritorno, per creare gruppo e risollevarsi in classifica, significa
certamente che c’è gente riconoscente ma significa anche il totale fallimento,
negli ultimi anni, di una scuola dei giovani che evidentemente non ha prodotto
gli stessi valori di quelli che li hanno preceduti, sia dal punto di vista
tecnico ma ancor di più dal lato caratteriale. La mancata convocazione di
Louzada, al solito dubbio rientro dal Brasile, è solo l’ultima, in ordine di
tempo, conferma di quanto si è scritto in precedenza.
Di buono c’è che non vedremo alcuni trotterellare, probabilmente
ne arriveranno altri in questi giorni. Intanto si va in campo nel giorno della
Befana, il carbone ce lo porta da anni, vorremmo tanto tornare bambini e tirar
fuori dalla calza un regalo!
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