SI RISPONDE SUL CAMPO
Le critiche si possono zittire solo in un modo: con i risultati
Il presidente dell’Asd Reggio Calabria, Mimmo Praticò |
Dopo il
deludente pari casalingo contro il Marsala siamo di nuovo qui a leccarci le
ferite. Se nella gara di Rende abbiamo maledetto alcuni interventi scellerati
dei vari protagonisti, stavolta non ha funzionato nulla. Un peggioramento
complessivo molto preoccupante, sul quale un po’ tutti ormai concordano. La
squadra gioca male perché non è organizzata nelle due fasi, si pretende forse
che qualcuno accenda la lampadina in campo e risolva la situazione ma è chiaro
che si tratti di episodi a sé stanti (che peraltro non arrivano), di contro si
spiegano errori difensivi guardando ai singoli invece che all’intera fase.
Il
cambio di modulo non ha portato i risultati che i tecnici speravano, come
ampiamente previsto non era un quello il problema, il campo l’ha dimostrato:
con il passaggio a questo attuale (il famigerato 5-3-2) la squadra è andata
peggio, tanto che il mister dichiara l’intenzione di cambiare ancora!
La
classifica è brutta, la dirigenza cerca di tranquillizzare la piazza,
riuscendoci poco. L’ultima prestazione casalinga ha fatto ancora danni dentro e
fuori, il confronto interno sulle prestazioni ha portato alla discutibile
decisione di proseguire senza scossoni con la promessa di un maggior impegno
(finora si è “coglioneggiato”?); all’esterno le reazioni dei tifosi stanno
trasformandosi da rabbiose a comportamenti di rassegnazione.
Volendo
parlare un po' di calcio, più per nostalgia che per esigenza effettiva, in fase
difensiva si aspetta l’avversario troppo vicini all’area, con distanze ampie
tra i reparti che consentono a chi ci affronta facili verticalizzazioni e
costruzione di gioco in relax. Non si è trovata una stabilità per ciò che
riguarda gli uomini in difesa, troppe rotazioni dei centrali non consentono il
necessario affiatamento. Quando non funziona il collettivo sbagliano più
facilmente i singoli perché mancano gli aiuti mentre sembra che gli errori dei
singoli vengano letti come ostacolo alla crescita collettiva. I cambi a volte
sembrano più punitivi che tattici, anche se c’è da dire che i giocatori dal loro
lato nulla fanno di meglio per non farsi sostituire.
Non si
chiede, almeno da queste pagine, grinta e reazioni comportamentali sciocche,
come la scena da far west del secondo tempo. Se in questa categoria si lanciano
segnali di signorilità nel pre-gara, poi i comportamenti devono essere
coerenti. Ci sono altri modi più calcistici e meno evidenti per farsi
rispettare dagli avversari, in casa e fuori.
Innanzitutto giocando a pallone!
Il
pressing risulta sporadico e fatto non in maniera collettiva (organizzata) ma singolarmente,
senza il coinvolgimento degli altri reparti. Dal punto di vista offensivo non
si riesce a tenere palla in avanti, vista l’assenza di Tiboni, non c’è un
attaccante in grado di far salire la squadra. Ma in compenso non c’è neanche l’attaccante
che sappia buttarla dentro.
L’ex Andrea Sottil, tecnico del Siracusa |
Il
Siracusa ha cambiato allenatore, scelta coerente con le ambizioni societarie,
erano partiti male e sono intervenuti subito: la falsa partenza di inizio
stagione è costata la panchina ad Alacqua, dopo la sconfitta contro la Frattese
per 3-2, cui è subentrato Sottil. Oltre a quella sconfitta, gli aretusei
avevano impattato la prima casalinga per 2-2 dopo essere stati in vantaggio per
2-0 fino al 75′ e perso a Marsala per 3-2 la prima giornata. Come sempre,
quando capitano questi periodi, soprattutto in avvio, a pagare è per primo il
tecnico, a maggior ragione quando si è convinti di avere una squadra forte.
Evidentemente qui ci sono dubbi sull’organico indipendentemente dalle frasi di
circostanza sulla bontà dello stesso.
Noi
abbiamo un presidente che appare elegante e grintoso in tutte le sue
manifestazioni pubbliche ed una squadra trasandata e molle in campo.
Evidentemente tra il vertice e la base della struttura qualcosa si perde nel
mezzo, vuoi per demeriti propri, perché sarebbe opportuno urlare e battere i
pugni sul tavolo nello spogliatoio più che nelle sedi dei media; vuoi per
mancanze della parte tecnico sportiva. Un paradosso basato sull’immagine che
sembra l’unico motivo di preoccupazione, almeno stando a quello che si legge e
si sente. Infatti, se volete sentire incavolato il presidente parlategli di
targhe e campetti, di investimenti e partecipazione, se invece si parla di
calcio immediatamente diventa sfuggente («non sono un tecnico») e morbido («avete
ragione, siamo indecorosi»). Va bene affidarsi alle competenze dei ruoli ma
quando l’intero ambiente ha dubbi su alcuni punti cardine inevitabilmente un
presidente deve farsene carico in prima persona.
Lillo
Foti
|
Nel
corso degli anni, nonostante gli errori e le mancanze, siamo cresciuti come
tifoseria, maturando esperienze importanti e formative, con picchi di
entusiasmo e depressione che in poche parti d’Italia hanno potuto vivere.
Inoltre, guidati per tanto tempo da chi si è sentito un super uomo al di sopra di
tutto e di tutti, abbiamo imparato (ovviamente a nostre spese) a riconoscere in
anticipo quando l’apparire divergeva dall’essere. L’aspetto emotivo veniva
usato come parafulmine in risposta alle richieste di chiarezza, si analizzavano
gli andamenti delle vicende societarie e tecniche spostando il punto
d’osservazione dalla realtà delle dinamiche aziendali, che via via ci
affossavano, agli aspetti passionali. Un modo per rimandare i confronti e
nascondere i problemi in attesa della manna risolutiva che mettesse una pezza a
tutto. Il pubblico doveva sostenere ed in caso anche partecipare, la stampa
doveva stare vicina, le istituzioni dovevano essere presenti.
Nel
momento in cui partiva qualche critica saliva il nervosismo presidenziale. Tornando
ad oggi qualcuno bravo ci spieghi le differenze sostanziali rispetto alle
passate gestioni. Una è evidente, cioè, una presenza maggiore sui media, ma
questo è più vicino all’essere o all’apparire?
Il
presidente Praticò è una persona pratica, d’azione, vicina alla gente da
sempre, negli ultimi periodi però lo stiamo scoprendo molto bravo anche a
rivendicare le proprie azioni. Hanno iscritto la squadra sborsando denari e
glielo hanno riconosciuto tutti, lui tende a sottolinearlo come se qualcuno mai
lo avesse negato. Si è lanciato anche alla considerazione minacciosa che – volendo
– se ne possono andare tranquillamente! Ma quindi così si risolvono i problemi,
gettando la spugna? Arrivano critiche e bisogna far cambiare idea coi
risultati, tutto qui. La squadra va male e la colpa è di chi l’ha costruita, di
chi l’allena e di chi va in campo; non del pubblico che ha dato fiducia ed
affetto, della stampa che ha sostenuto sin dal principio e delle istituzioni
che hanno agevolato. Se ci si vuole occupare del problema e possibilmente
risolverlo siamo contenti, altrimenti va bene tutto.
Gazzetta del Sud si è posta un interrogativo, il 16 ottobre, scrivendo
chiaramente che forse sarebbe stato meglio attendere e rimandare l’iscrizione
che fare queste figure. Certamente dirlo adesso è semplice ma non sbagliato nel
merito, qualcuno lo pensava prima di iniziare, a queste considerazioni bisogna
semplicemente rispondere sul campo. In bocca al lupo!
* * *
L’ingresso
dello stadio “Nicola De Simone” di Siracusa
|
Sono ventidue
i convocati dal tecnico Francesco Cozza in vista della partita di domani a
Siracusa, che avrà inizio alle ore 15. Ecco la lista:
▬ Portieri: Licastro (’95),
Ventrella (’96)
▬ Difensori: Brunetti (’95),
Carrozza (’99), D’Angelo, De Bode, Dentice (’95), Maesano (96), Mautone
▬ Centrocampisti: Condomitti,
Corso, D’Ambrosio (’97), Lavrendi, Mangiola (’97), Pescatore, Riva, Roselli
▬ Attaccanti: Arena,
Bramucci (’96), De Marco (’96), Pelosi (’98), Zampaglione
La gara
potrà essere seguita in diretta su Radio Touring 104, oppure in differita su
Reggio Tv domani sera alle 21.15. Ovviamente per capirla dovrete aspettare “Iddusapi”
domani sera ed il “Tatticamente” di lunedì sera.
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