lunedì 11 gennaio 2016

CENTENARI E DINTORNI

Maurizio Poli
I primi pensieri lunghi, del 2016, sul nostro blog, li inauguriamo con alcune osservazioni che saranno la guida delle nostre pubblicazioni in futuro. Vi sarete accorti che in queste ultime due partite, le prime del nuovo anno, non abbiamo pubblicato le solite riflessioni prima della gara, non c’è nulla da aggiungere oltre quello che abbiamo ampiamente scritto. Dalla prossima settimana andrà in soffitta anche la rubrica del lunedì “Tatticamente”. Abbiamo presentato partite, fornito dati, persino suggerito tattiche, adesso cambiamo l’approccio. Nel nostro piccolo abbiamo partecipato attivamente, ora, siamo tifosi e vogliamo ricevere qualcosa. Non soldi, grazie a Dio col sudore quotidiano riusciamo ad essere liberi persino dagli sponsor, vogliamo ricevere “cose immateriali” alle quali siamo sentimentalmente legati, prima fra tutte la Reggina.

Franco Iacopino
A settembre abbiamo deciso di seguire l’avventura dell’Asd Reggio Calabria sperando si trattasse di una rinascita del calcio a Reggio Calabria, con tanti dubbi ma con la voglia di partecipare ci siamo stati anche noi: abbonamenti, presenze, approfondimenti. Il problema è che dalla famosa estate rovente ereditiamo domande ancora senza risposta:

Perché Tavecchio (presidente federale) ha svincolato i giocatori della Reggina Calcio in un giorno “normale”, senza scadenze previste o annunciate?
Perché il giorno dopo si è “preso atto” della circostanza senza batter ciglio?
Perché si è lanciata una sottoscrizione popolare senza comunicare, alla fine dei conti, quanto è stato lasciato dai tifosi alla nuova compagine?
Perché il direttore generale è stato scelto dal sindaco?
Perché la squadra l’ha creata l’allenatore e poi è stato ingaggiato Martino?
Perché Martino ha portato alcuni calciatori mandati via alla successiva finestra di mercato?

Oreste Granillo
Quando ci ponevamo questi interrogativi faceva ancora caldo, oggi siamo con i riscaldamenti aperti, di risposte però non ne abbiamo. Allora siamo addivenuti ad una bella conclusione, visto che nell’ambiente ognuno fa un po’ come gli pare, lo facciamo anche noi! Le rubriche tattiche potrebbero anche occuparsi di altro, sicuramente seguiremo il calcio o forse ci dedicheremo ad altro, dipende da come ci gira. Niente più tante cose, al limite rimarrà qualche aspetto goliardico, almeno fino a che non riavremo la Reggina.

Tommaso Maestrelli
Oggi parliamo del centenario della Reggina e vi ricordiamo cosa abbiamo scritto il 6 gennaio 2014 (clicca qui), un mix di rabbia e delusione che crediamo di aver saputo imputare all’epoca a chi ne aveva la responsabilità, molti invece hanno avuto bisogno di un paio d’anni per elaborare il dato.

Volevamo, all’epoca, che la stagione iniziasse con la maglia storica e proseguisse, come per tutte le altre squadre centenarie, con quella maglia. Sapete tutti come andò, niente festa, anzi l’estate dopo niente iscrizione. In tante piazze si è ripartiti, anche con nomi di fantasia ma forti di alcune certezze: vecchia squadra inattiva e senza alcuna affiliazione in FIGC, nome disponibile nei tempi dovuti e quindi “travaso” sentimentale agevolato. Da noi purtroppo non ci riesce niente, neanche fallire!

Nevio Scala
È un paradosso chiaramente (ehhh…) ognuno disponga come vuole della propria azienda, finché rimane tale. Il giorno che la situazione dovesse cambiare allora ce ne occuperemo di nuovo. In questi mesi con un occhio guardavamo il campo e con l’altro il vecchio amore, ovvero la Reggina Calcio. Oggi ufficialmente risulta una società in attesa di concordato e con attività giovanile diciamo fiorente, filiale juventina e corsi di “zumba” a fare da contorno.

Simone Perrotta
Contraddizioni del mercato e di un calcio alla frutta che allontana la gente da sé stesso. A questo vanno aggiunte altre cosette però, prime fra tutte i ricorsi puntuali contro penalizzazione (8 punti da contare in caso di iscrizione) ed inibizione presidenziale. Volendoci mettere un paio di carichi abbiamo: da un lato il presidente dell’Asd che indossa polemicamente una maglia con la scritta “Ridateci la storia”, chiaramente rivolta alla precedente società; dall’altra la reazione dei figli e di alcuni ex calciatori. Ma cos’è successo tra due “fazioni” che fino al giorno del famoso svincolo lottavano assieme per salvare la Reggina ed ora litigano pubblicamente? Forse qualcuno ha la risposta ma, come detto all’inizio, sono domande retoriche. La sostanza è la stessa che abbiamo sempre scritto: domani cosa ne sarà di quella società?

Alfredo Aglietti
Visto che in molti si dilettano su numeri di matricola e affiliazioni, storia e titoli sportivi, ragioniamo anche noi in occasione del compleanno. La Reggina ha avuto alcuni problemi nel tempo, senza andare troppo indietro nel passato, anche perché sono epoche che non abbiamo vissuto, partiamo dal 1986. In quell’anno lo sappiamo cos’è accaduto: è subentrata una nuova dirigenza che ha ereditato e conservato il titolo sportivo nella categoria di appartenenza della precedente AS Reggina; gli hanno cambiato soltanto la denominazione sociale in Reggina Calcio ma poiché l’iscrizione federale è rimasta invariata, non c’è dubbio che quella “nuova” società rappresentasse il naturale proseguimento dell’attività sportiva precedente.

La scorsa estate la Reggina Calcio non è riuscita ad iscriversi al campionato di Lega Pro per motivi economici e poi conosciamo ancora poco cos’è successo in quella nottata. Alcuni imprenditori hanno voluto creare una cordata per chiedere, tramite il sindaco (unico soggetto riconosciuto per fare ciò), l’affiliazione alla FIGC. Nel frattempo, privatisticamente, la Reggina Calcio è riuscita a rimanere in vita, cioè, non è fallita.

Elio Gustinetti
Ricordiamo che un fallimento, dopo passaggi burocratici, porterebbe alla vendita all’asta dei beni (materiali ed immateriali) ad essa appartenenti come loghi, ecc. Si evince facilmente che la scomparsa di quella società aprirebbe al nome ed alla bacheca, praticamente scomparendo non si porrebbe alcun dubbio neanche sull’affiliazione diversa, proprio perché l’originale non avrebbe più vita. Invece qui stiamo scoprendo che in vita non c’è soltanto un numero di matricola federale, tenuto in piedi grazie all’attività giovanile, ma ci sono ex calciatori e figli di dirigenti che rivendicano la storia. Perché siano usciti allo scoperto soltanto dopo la maglietta esibita da Praticò non è dato sapere, visto che comunque molte altre volte sono stati “nominati” anche se indirettamente. Di queste diatribe ne avremmo fatto volentieri a meno.

Andrea Pirlo
Inutile dire ormai che stando fermi per un anno di riflessione avremmo sicuramente evitato tutto questo. Va da sé però che qui non abbiamo voglia di ringraziare nessuno per averci dato la possibilità di andare al campo, anzi se permettete adesso possiamo tranquillamente affermare che è stata una forzatura partire così all’arrembaggio, alla luce di quanto visto finora che ripetiamo di calcio ha ben poco. Un certo sollievo lo proviamo nella rinuncia parziale al tema calcistico odierno perché non parlare di tattica con Cozza rappresenta ossigeno puro, non occuparci di mercato con Martino è una manna per i nervi.

I tifosi amaranto a Roma nel 2000
In questi mesi abbiamo assistito alla deriva di un ambiente calcistico senza precedenti. Potremmo scegliere qualsiasi argomento a piacere e la conclusione sarebbe sempre la stessa. Ne citiamo uno, quello più dibattuto, così per sport. Il centro sportivo Sant’Agata è stato oggetto di accese discussioni. In tanti, con molta decisione, sono andati a sviscerare le ambiguità, tipiche del territorio, che stavano alla base della concessione provinciale, per portare acqua al mulino dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Reggio Calabria che quei campi li voleva e li vuole, almeno in parte. In pratica, senza andare per le lunghe, si è detto che era giusto concedere i campi al neonato club ribadendo contemporaneamente che la struttura era abusiva! Come ci siamo ridotti: pur di denigrare il furfante (ex amico) ed esaltare i nuovi dirigenti (al momento amici, poi chissà), abbiamo letto e sentito tutto e il contrario di tutto, a volte nello stesso concetto!

Walter Mazzarri e Lillo Foti
Seguire la serie D non ci scombussola più di tanto, avremmo fatto lo stesso anche in terza categoria, non è quello che ci preoccupa. Ci preoccupa il futuro. L’ASD diventerà Reggina? La Reggina tornerà? Si metteranno d’accordo e di due ne faranno una? Ad oggi è tutto possibile e la maglia esibita da Praticò conferma questi interrogativi. Riflettendo un attimo, cosa dovrebbe fare un’azienda come la Reggina per dar spazio alle rivendicazioni di Praticò? Non ci sono altre alternative: fallimento o cessione. Il solo fatto che tutti questi dubbi siano razionali non può che farci andare cauti coi sentimenti. Continuiamo ad osservare cosa accade senza rinnegare nulla.


Nel frattempo, buon centoduesimo anno Reggina… ovunque tu sia!
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