I primi pensieri lunghi, del 2016, sul nostro blog, li
inauguriamo con alcune osservazioni che saranno la guida delle nostre
pubblicazioni in futuro. Vi sarete accorti che in queste ultime due partite, le
prime del nuovo anno, non abbiamo pubblicato le solite riflessioni prima della
gara, non c’è nulla da aggiungere oltre quello che abbiamo ampiamente scritto.
Dalla prossima settimana andrà in soffitta anche la rubrica del lunedì “Tatticamente”.
Abbiamo presentato partite, fornito dati, persino suggerito tattiche, adesso
cambiamo l’approccio. Nel nostro piccolo abbiamo partecipato attivamente, ora,
siamo tifosi e vogliamo ricevere qualcosa. Non soldi, grazie a Dio col sudore
quotidiano riusciamo ad essere liberi persino dagli sponsor, vogliamo ricevere
“cose immateriali” alle quali siamo sentimentalmente legati, prima fra tutte la
Reggina.
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Franco Iacopino
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A settembre abbiamo deciso di seguire l’avventura dell’Asd
Reggio Calabria sperando si trattasse di una rinascita del calcio a Reggio
Calabria, con tanti dubbi ma con la voglia di partecipare ci siamo stati anche
noi: abbonamenti, presenze, approfondimenti. Il problema è che dalla famosa
estate rovente ereditiamo domande ancora senza risposta:
▬ Perché Tavecchio (presidente federale) ha
svincolato i giocatori della Reggina Calcio in un giorno “normale”, senza
scadenze previste o annunciate?
▬ Perché il giorno dopo si è “preso atto”
della circostanza senza batter ciglio?
▬ Perché si è lanciata una sottoscrizione
popolare senza comunicare, alla fine dei conti, quanto è stato lasciato dai
tifosi alla nuova compagine?
▬ Perché il direttore generale è stato scelto
dal sindaco?
▬ Perché la squadra l’ha creata l’allenatore e
poi è stato ingaggiato Martino?
▬ Perché Martino ha portato alcuni calciatori mandati
via alla successiva finestra di mercato?
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Oreste Granillo
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Quando ci ponevamo questi interrogativi faceva ancora caldo,
oggi siamo con i riscaldamenti aperti, di risposte però non ne abbiamo. Allora siamo addivenuti ad una bella conclusione, visto che
nell’ambiente ognuno fa un po’ come gli pare, lo facciamo anche noi! Le
rubriche tattiche potrebbero anche occuparsi di altro, sicuramente seguiremo il
calcio o forse ci dedicheremo ad altro, dipende da come ci gira. Niente più tante
cose, al limite rimarrà qualche aspetto goliardico, almeno fino a che non riavremo
la Reggina.
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Tommaso Maestrelli
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Oggi parliamo del centenario della Reggina e vi ricordiamo cosa
abbiamo scritto il 6 gennaio 2014 (clicca qui), un mix di rabbia e delusione
che crediamo di aver saputo imputare all’epoca a chi ne aveva la
responsabilità, molti invece hanno avuto bisogno di un paio d’anni per
elaborare il dato.
Volevamo, all’epoca, che la stagione iniziasse con la maglia
storica e proseguisse, come per tutte le altre squadre centenarie, con quella
maglia. Sapete tutti come andò, niente
festa, anzi l’estate dopo niente iscrizione. In tante piazze si è ripartiti,
anche con nomi di fantasia ma forti di alcune certezze: vecchia squadra
inattiva e senza alcuna affiliazione in FIGC, nome disponibile nei tempi dovuti
e quindi “travaso” sentimentale agevolato. Da noi purtroppo non ci riesce
niente, neanche fallire!
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Nevio Scala
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È un paradosso chiaramente (ehhh…) ognuno disponga come vuole
della propria azienda, finché rimane tale. Il giorno che la situazione dovesse
cambiare allora ce ne occuperemo di nuovo. In questi mesi con un occhio
guardavamo il campo e con l’altro il vecchio amore, ovvero la Reggina Calcio.
Oggi ufficialmente risulta una società in attesa di concordato e con attività
giovanile diciamo fiorente, filiale juventina e corsi di “zumba” a fare da
contorno.
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Simone Perrotta
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Contraddizioni del mercato e di un calcio alla frutta che
allontana la gente da sé stesso. A questo vanno aggiunte altre cosette però,
prime fra tutte i ricorsi puntuali contro penalizzazione (8 punti da contare in
caso di iscrizione) ed inibizione presidenziale. Volendoci mettere un paio di
carichi abbiamo: da un lato il presidente dell’Asd che indossa polemicamente
una maglia con la scritta “Ridateci la storia”, chiaramente rivolta alla
precedente società; dall’altra la reazione dei figli e di alcuni ex calciatori.
Ma cos’è successo tra due “fazioni” che fino al giorno del famoso svincolo
lottavano assieme per salvare la Reggina ed ora litigano pubblicamente? Forse
qualcuno ha la risposta ma, come detto all’inizio, sono domande retoriche. La sostanza
è la stessa che abbiamo sempre scritto: domani cosa ne sarà di quella società?
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Alfredo Aglietti
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Visto che in molti si dilettano su numeri di matricola e
affiliazioni, storia e titoli sportivi, ragioniamo anche noi in occasione del
compleanno. La Reggina ha avuto alcuni problemi nel tempo, senza andare troppo
indietro nel passato, anche perché sono epoche che non abbiamo vissuto,
partiamo dal 1986. In quell’anno lo sappiamo cos’è accaduto: è subentrata una
nuova dirigenza che ha ereditato e conservato il titolo sportivo nella
categoria di appartenenza della precedente AS Reggina; gli hanno cambiato
soltanto la denominazione sociale in Reggina Calcio ma poiché l’iscrizione
federale è rimasta invariata, non c’è dubbio che quella “nuova” società rappresentasse
il naturale proseguimento dell’attività sportiva precedente.
La scorsa estate la Reggina Calcio non è riuscita ad iscriversi
al campionato di Lega Pro per motivi economici e poi conosciamo ancora poco
cos’è successo in quella nottata. Alcuni imprenditori hanno voluto creare una
cordata per chiedere, tramite il sindaco (unico soggetto riconosciuto per fare
ciò), l’affiliazione alla FIGC. Nel frattempo, privatisticamente, la Reggina
Calcio è riuscita a rimanere in vita, cioè, non è fallita.
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Elio Gustinetti |
Ricordiamo che un fallimento, dopo passaggi burocratici,
porterebbe alla vendita all’asta dei beni (materiali ed immateriali) ad essa
appartenenti come loghi, ecc. Si evince facilmente che la scomparsa di quella
società aprirebbe al nome ed alla bacheca, praticamente scomparendo non si
porrebbe alcun dubbio neanche sull’affiliazione diversa, proprio perché
l’originale non avrebbe più vita. Invece qui stiamo scoprendo che in vita non
c’è soltanto un numero di matricola federale, tenuto in piedi grazie
all’attività giovanile, ma ci sono ex calciatori e figli di dirigenti che
rivendicano la storia. Perché siano usciti allo scoperto soltanto dopo la
maglietta esibita da Praticò non è dato sapere, visto che comunque molte altre
volte sono stati “nominati” anche se indirettamente. Di queste diatribe ne
avremmo fatto volentieri a meno.
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Andrea Pirlo
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Inutile dire ormai che stando fermi per un anno di riflessione avremmo
sicuramente evitato tutto questo. Va da sé però che qui non abbiamo voglia di
ringraziare nessuno per averci dato la possibilità di andare al campo, anzi se
permettete adesso possiamo tranquillamente affermare che è stata una forzatura
partire così all’arrembaggio, alla luce di quanto visto finora che ripetiamo di
calcio ha ben poco. Un certo sollievo lo proviamo nella rinuncia parziale al
tema calcistico odierno perché non parlare di tattica con Cozza rappresenta
ossigeno puro, non occuparci di mercato con Martino è una manna per i nervi.
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I tifosi amaranto a Roma nel 2000
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In questi mesi abbiamo assistito alla deriva di un ambiente
calcistico senza precedenti. Potremmo scegliere qualsiasi argomento a piacere e
la conclusione sarebbe sempre la stessa. Ne citiamo uno, quello più dibattuto,
così per sport. Il centro sportivo Sant’Agata è stato oggetto di accese
discussioni. In tanti, con molta decisione, sono andati a sviscerare le
ambiguità, tipiche del territorio, che stavano alla base della concessione
provinciale, per portare acqua al mulino dell’Associazione Sportiva Dilettantistica
Reggio Calabria che quei campi li voleva e li vuole, almeno in parte. In
pratica, senza andare per le lunghe, si è detto che era giusto concedere i
campi al neonato club ribadendo contemporaneamente che la struttura era abusiva!
Come ci siamo ridotti: pur di denigrare il furfante (ex amico) ed esaltare i
nuovi dirigenti (al momento amici, poi chissà), abbiamo letto e sentito tutto e
il contrario di tutto, a volte nello stesso concetto!
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Walter Mazzarri e Lillo Foti
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Seguire la serie D non ci scombussola più di tanto, avremmo
fatto lo stesso anche in terza categoria, non è quello che ci preoccupa. Ci
preoccupa il futuro. L’ASD diventerà Reggina? La Reggina tornerà? Si metteranno
d’accordo e di due ne faranno una? Ad oggi è tutto possibile e la maglia
esibita da Praticò conferma questi interrogativi. Riflettendo un attimo, cosa
dovrebbe fare un’azienda come la Reggina per dar spazio alle rivendicazioni di
Praticò? Non ci sono altre alternative: fallimento o cessione. Il solo fatto
che tutti questi dubbi siano razionali non può che farci andare cauti coi
sentimenti. Continuiamo ad osservare cosa accade senza rinnegare nulla.
Nel frattempo, buon centoduesimo anno Reggina… ovunque tu sia!
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