L’azione del gol dell’Aversa nasce qui, una squadra messa non
male, peggio. Spazi tra i reparti per ricevere (cerchio verde su chi riceverà
comodamente), squadra lunga talmente tanto che nell’inquadratura ampia non
compaiono tre difensori.
Eccoli i reparti che mostrano tutta la staticità di un
assetto difensivo impalpabile.
Da lì palla sulla fascia, due contro due, con il
portatore di palla (Felleca) che si dirige verso il compagno (Del Prete).
Gli passa il pallone, da qui in poi diventa tutto
imbarazzante.
Dopo aver ricevuto il pallone, il terzino destro Del Prete effettua
un “dai e vai” scattando verso il fondo. I nostri sono fermi, senza movimenti
difensivi organizzati: se questi sono errori individuali, lo sport praticato
sono le bocce, dove c’è chi gioca e chi guarda, in questo caso sezione raffa
poiché più grosse. Qui si muovono male complessivamente, o si aggredisce
assieme o si marca a uomo, né l’uno né l’altro, si guarda.
Del Prete arriva sul fondo e mette un pallone delicato in
mezzo, qui per proseguire con le osservazioni statiche, arriverà il gol del
giocatore dentro il rettangolo (Esposito) ma se non avesse segnato lui lo
avrebbe fatto l’altro indicato sempre in arancione cioè Diallo, il sosia di
Ebagua.
In quella passività difensiva Maesano neanche salta, colpo di
testa semplice davanti alla porta; dietro, se la palla fosse passata, ci
sarebbe stato il sosia di Ebagua che con un semplice movimento indicato in
rosso aveva evitato l’ostacolo De Bode.
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Rigore del pari, contatti in area, il primo contatto è
indicato dalla freccia arancione, con trattenuta da dietro del difensore in
ritardo.
Passa il pallone, mentre i primi sono già a terra, altra
trattenuta sul braccio sinistro di De Bode.
L’arbitro fischia il rigore, si vede chiaramente.
Infatti indichiamo esultanze da un lato e disperazione
dall’altro ma invece indica il centrocampo chiamando fallo in attacco. Da lì in
poi è una contrattazione collettiva con contrastanti pareri che conduce agli
undici metri del dischetto.
Dopo aver spiazzato il portiere, Oggiano, avvolto dalla
felicità, si produce in questo salto tipico da bagnasciuga.
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Finché c’è stata parità numerica la gara è stata questa, con
alcuni semplici passaggi, soprattutto a sinistra, l’Aversa era pericolosa, qui
colpiscono con Felleca prima Ventrella e poi la traversa.
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Prima espulsione: su un lungo lancio da dietro, il bravo
Felleca azzarda un aggancio al volo guardando il pallone e non avvedendosi
dell’intervento del difensore.
Ne esce uno scontro sostanzialmente involontario che lo
porta fuori dal campo per rosso diretto.
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Questa è la seconda espulsione: Porcaro è in cattivo
equilibrio quando cerca un anticipo difficile, sapendo che la palla è passata
lascia volontariamente la gamba alta ed abbatte Oggiano, questo è indiscutibile
come rosso diretto e l’immagine non lascia spazio a dubbi.
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Il 2-1 di Maesano che sugli sviluppi di un corner deviato
dal portiere sotto la traversa, interviene e gira verso la porta, l’estremo
difensore avversario la respinge dentro, il pallone oltre la linea bianca è indicato dalla
freccia.
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