Il
30 giugno di ogni anno accadeva qualcosa che non destava la nostra attenzione:
avvenivano le iscrizioni della nostra squadra ai campionati professionistici
cui partecipava. Qui parlavamo di allenatori, di tattica, insomma di calcio. Dall’estate
2014 tale momento è diventato fondamentale poiché il dubbio sulle condizioni
economiche era diventato certezza e già in quell’estate si era manifestato
fortissimo il rischio della non iscrizione. Lo scorso anno l’eclissi, sappiamo
tutti com’è andata, la Reggina non si è iscritta ma a differenza di ciò che si
andava dicendo, nella nostra strana città, non era stata revocata nessuna
affiliazione.
Ciò
si verificava in virtù delle norme federali che all’art. 16 comma 2 lettera a “se non prendono parte ovvero non portano a
conclusione, a seguito di rinuncia od esclusione, l'attività ufficiale;”.
Situazione che non si è verificata poiché partecipare ai campionati giovanili
significa continuare l’attività. Pertanto il mantenimento dell’affiliazione non
è un’anomalia, sotto si riportano i destini di alcune affiliate (la categoria
non importa, le N.O.I.F. valgono per tutti), soltanto a titolo di cronaca:
Di seguito, invece, alcune comunicazioni della F.I.G.C.:
È un
esercizio molto semplice, basta andare su Google e scrivere nel motore di
ricerca: “si autorizza la conservazione dell’anzianità di affiliazione”,
usciranno centinaia di casi. Nella scorsa uscita della nostra pagina avevamo
preso in esame il caso del Bari, per dire della continuità della storia
sportiva della società anche con un numero diverso di matricola. Riguardo il
titolo sportivo della Reggina, lo abbiamo scritto noi che ad oggi non c’è, è
potenziale. Però volendo porla nella maniera peggiore, ossia iscrizione in
terza categoria, pensate davvero che una federazione nazionale, nell’assurda
ipotesi, farebbe giocare una società con quella storia e quel pubblico nei
campetti di periferia, con grave rischio per l’ordine pubblico?
Stavolta
analizziamo quello del Parma e visto che sono vicini del Piacenza. Vedremo come tornerà l’art. 16, stavolta ai
commi 5 e 6. Il Parma è stato dichiarato fallito con esercizio provvisorio il
19 marzo, qui l’estratto di quella sentenza:
Nominati
due curatori, hanno aspettato acquirenti, il giudice gli ha chiesto di cercare di
ridurre il debito sportivo enorme, dando tempo fino al 30 aprile. Il debito in
FIGC era passato da oltre 70 a poco più di 25 mln di euro, cifre ovviamente
ancora esorbitanti:
La
revoca dell’affiliazione è avvenuta con questo comunicato:
Il Presidente Federale
Preso atto della dichiarazione di
fallimento della società PARMA F.C. S.p.A.;
Visti gli artt. 16 e 110 delle
N.O.I.F.;
d e l i b e r a
di revocare l’affiliazione alla
società PARMA F.C. S.p.A., con svincolo dei tesserati.
PUBBLICATO IN ROMA IL 30 GIUGNO 2015
Forse
la frase sottolineata nel comunicato ha fatto credere a qualcuno che tale presa
d’atto possa avvenire in maniera leggera. Intanto basterebbe riflettere sui
tempi: dal 19 marzo a lunedì 22 giugno (data in cui i curatori comunicano la
mancanza di acquirenti), non contando il sabato e la domenica, sono passati
esattamente tre mesi ovvero quelli dell’esercizio provvisorio. Il giudice ha
poi sancito la fine di tale esercizio e la F.I.G.C. solo dopo tale atto in base
alle N.O.I.F. art. 16 prende atto e revoca.
Ed
ora il Piacenza. Qui il comunicato è ancora più chiaro (parte in grassetto):
Il Presidente Federale
Preso atto della dichiarazione di
fallimento della società F.C. Piacenza S.p.A.,
pronunciata dal Tribunale Civile di
Piacenza;
visto
il provvedimento con cui è stata disposta la cessazione dell’esercizio
provvisorio
per la società F.C. Piacenza S.p.A.;
visto altresì l’art. 16 N.O.I.F.;
d e l i b e r a
di revocare l’affiliazione alla società F.C. Piacenza S.p.A.
PUBBLICATO IN ROMA IL 21 GIUGNO 2012
A meno che la vecchia società (Reggina
calcio s.p.a.) non cessi l’attività giovanile, per la revoca dell’affiliazione,
cioè, la morte sportiva, bisognerà attendere almeno l’8 settembre con possibili
problemi sul nome vista la presenza di un’altra Reggina ancora affiliata.
“Si ricorda che la nuova denominazione sociale non deve essere
identica o similare ad altra denominazione già esistente negli Archivi
federali, in tal caso la nuova denominazione dovrà essere preceduta, e non
seguita, da un’aggettivazione che la contraddistingua”.
Lo scorso anno non passò
Associazione Sportiva Dilettantistica A.S. Reggina, quest’anno sarà: S.S.D.
Urbs Sportiva Reggina 1914 a r.l.
L’aggettivazione che precede il
nome sta nel termine “Sportiva” mentre “Urbs” è ininfluente in quanto non
aggettivazione, Unione in luogo di Urbs sarebbe stata la stessa cosa. In
pratica fosse stata A. Sportiva equivarrebbe in tal senso a Urbs Sportiva
(termine ininfluente – aggettivazione), con la differenza che almeno si sarebbe
riproposto il prefisso AS per come lo si voleva dall’inizio e non US dovuto
all’inutile (per lo scopo) Urbs! L’aggettivazione potrebbe essere reggina ma
scritto in piccolo, se vogliamo scrivere qualcosa che si avvicina ad una
bestemmia per il tifoso quindi neanche da pensare.
Per esteso S.S.D., come
sappiamo tutti, sta per Società Sportiva Dilettantistica che è un prefisso
usato in campo appunto dilettantistico come Associazione Sportiva
Dilettantistica. In Serie C (professionismo) il prefisso non ha più motivo di
esistere. Essendo tuttora nei dilettanti la denominazione completa senza
abbreviazioni sarebbe: Società Sportiva Dilettantistica Urbs Sportiva Reggina
1914 a r.l.
Guardandolo bene si legge due
volte il termine “sportiva” proprio l’aggettivazione che potrebbe fare la
differenza. Come se noi dell’Area Amaranto decidessimo di chiamarci Amaranto Area
Amaranto.
A proposito di amaranto, inteso
come colore (non come pianta) e quindi aggettivazione tipica da F.I.G.C.,
inizia con la A, invece della U (di Urbs che urta) dopo ci stava la S puntata
(così S.), senza ripetizioni e sarebbe stato: Società Sportiva Dilettantistica
Amaranto S. Reggina 1914 a r.l. che abbreviato avrebbe fatto SSD A.S. Reggina
1914 a r.l.
Crediamo di esprimere opinioni
basate su dati, se i nostri scritti vengono percepiti da qualcuno come destabilizzanti,
per i tifosi, significa che noi stessi ci staremmo auto-destabilizzando! Scherzi
a parte, la domanda sorge spontanea: se lo scorso anno con una “sportiva” non è
passato, perché dovrebbe passare con due, due is meglio che one? Certo poi vai
a vedere come finirà ma qualora i problemi non dovessero presentarsi,
significherebbe che la denominazione scelta sarebbe stata accettata anche lo
scorso anno.
Tutto questo per dire che,
oltre la logica e la razionalità, anche le norme federali “spingono” verso il
mantenimento dell’anzianità di affiliazione, e ovviamente anche di
denominazione, cioè, quello che è avvenuto nell’86 passando da AS Reggina a
Reggina Calcio. Ovviamente ognuno è libero di fare ciò che vuole coi propri
soldi, sono scelte aziendali autonome e rispettabili, sia chiaro questo; così
com’è altrettanto chiaro che vanno rispettate le opinioni di chi la vede in
modo diverso, soprattutto se tifoso. Dovrebbe essere chiaro anche a tutti
coloro che per anni, avendo possibilità economiche, non si sono avvicinati alla
Reggina per la presenza di Foti.
Ora ci sono due curatori che
attendono offerte, la Reggina è lì, Foti non c’è più, c’è soltanto un debito
sportivo a carico, che come abbiamo visto per il Parma può essere ridotto e
crediti sportivi da maturare. In estrema sintesi sarebbe un affare, in
qualsiasi categoria!
Lo scriviamo perché dirlo
adesso ci "sbuddacizza" la coscienza, farlo dopo sarebbe ancora più inutile, se non lo è già.
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